Epicondilite radiale

Terapia
La terapia dell'epicondilite radiale sia acuta che recidivante è primariamente conservativa solo in un secondo momento, ad esaurimento delle varie possibilità terapeutiche conservative, si procederà chirurgicamente.
La terapia conservativa consiste nelle applicazioni locali di freddo (crioterapia), la messa a riposo della parte lesa (gomiti e polso) in un gesso per 4-6 settimane. Il tutto può essere accompagnato da anti-infiammatori locali o sistemici.
Asportato il gesso si dovrà iniziare con della ginnastica riabilitativa basata sull'allungamento muscolare degli estensori della mano e delle dita accompagnato da un allungamento e un rafforzamento muscolare della muscolatura di tutto l'arto superiore.

La terapia include Io smettere o il limitare le attività che causano il dolore come sollevare pesi con il palmo della mano rivolto verso il basso. Talvolta un anello intorno all'avambraccio vicino al gomito è usato per proteggere i muscoli lesi mentre stanno guarendo. In alcuni casi anche l'indossare di una stecca per il polso può essere raccomandato per Io stesso scopo. Si possono prendere dei medicamenti anti- infiammatori per via orale. In casi gravi o di lunga durata un'iniezione nell'area dolente può dare sollievo ai dolori. Il suo chirurgo della mano può anche consigliarle degli esercizi che estendano e rafforzino i muscoli per prevenire una ricaduta. Alcuni pazienti rispondono bene a terapia addizionale con fisioterapia. Con il regredire della malattia si può tornare pian piano alle attività normali. E' spesso il caso che ci siano delle ricadute.
Per l'epicondilite radiale cronica recidivante l'immobilizzazione spesso è insufficiente. La prima terapia sarà quindi analgesica con applicazioni di anti-infiammatori locali (ultrasuoni, ionizzazioni, crioterapia, terapia dinamica antalgica, massaggio trasverso profondo sec. la tecnica di Cyriac, onde d'urto…) . Se queste terapie conservative non porteranno al successo, consiglio due infiltrazioni di corticosteroide cristallino: la prima fatta intra-articolarmente nell'articolazione del gomito e la seconda, a distanza di tre settimane, fatta nel punto di maggior dolenzìa. Se tutte queste terapie conservative non portano al successo e il lasso di tempo tra l'insorgere della sintomatica e la fine della terapia ha superato il mezzo anno, propongo l'intervento chirurgico.

Trattamento chirurgico

Tanto è complessa la causa dell'epicondilite quanto è svariata la possibilità chirurgica.
I primi interventi furono fatti sin dal 1926 da Hohman che disinseriva prossimamente l'estensore radiale lungo e breve del carpo. Più tardi non ci si orientò solo sull'allungamento muscolare ma anche sulla denervazione dell'epicondilo dopo aver introdotto il concetto di neurite (1946) Tavernier e Kaplan e Willhelm.
La mia tecnica è quella della denervazione allargata con disinserzione della muscolatura inserente all'epicondilo radiale, al bordo distale della testa del radio , la revisione del nervo radiale e decompressione dello stesso all'altezza del muscolo supinatore.

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